giovedì 28 febbraio 2013

Sfogo - se a qualcuno interessa


Di Andrea Russo

Basta, alzo le mani. Prendo atto della situazione odierna e mi tiro fuori dall'operato politico. Non mi è più possibile continuare, come ho fatto per 5 anni, tenendo fede alle mie posizioni e aspirazioni. La verità: sono rimasto solo. Ho visto tutti, uno ad uno, ritirarsi dall'azione concreta, a vita privata o su internet, giustificandosi a disco rotto: "siamo troppo pochi", "abbiamo un popolo di merda che non capisce".  Sono stato incapace di invertire questa odiosa tendenza cercando di far capire - FUORI da internet - che si agisce insieme, in gruppo, e dal basso. Non c'è nessun "insieme", per cui dal basso nessuno ha agito.  Neanche le mie doglianze sono state ascoltate. Tutti a nicchiare, nel silenzio a fare spallucce, o a sproloquiare con la stessa lagna infinita, ribadendo di non voler "mescolarsi alla plebe". Ora è il mio turno di smettere. Alzarsi dalla tastiera per la militanza concreta, si, ma farlo da solo no. È ridicolo.
Mi resta solo scrivere e discutere, ma per ripetere sempre gli stessi fatti? Non ho più voglia. Non aggiungerei nulla di diverso rispetto a quanto fanno già gli altri.
Intanto, a quanto pare un'incognita, ha mutato il contesto in meglio. Si chiama Grillo. 

Prendo atto che Beppe Grillo è il massimo che si possa desiderare per salvare il paese: tutti gli "antisistema", gruppi, commentatori, e singoli individui, da me stimati e seguiti, certificano la sua "lotta reale" contro il sistema, la grande finanza, l'imperialismo. In più, solleverà le questioni e porterà la gente in piazza. Non c'è più bisogno di pensare a ottenere seguito, a fare contro-informazione, propaganda alle persone. L'abilità ce l'ha lui. Il potere lo teme e lo ostacola. Allora è perfetto. Ed io, che non riesco a liberarmi  del mio scetticismo, sono al bivio. Continuare a criticarlo? Sarei un intralcio per il nuovo corso "in salita" ( che va appoggiato, e in toto). Neanche il più piccolo dubbio: passerei per fan di vendola, bersani, berlusconi, o soros. O con Grillo, per abbattere il sistema, o a fare il gioco del sistema, se contro Grillo. Dovrei sostenerlo? Passerei per ipocrita, un convertito opportunista dell'ultim'ora. Quindi, tanto vale non fare nulla. Mi tiro fuori.
La "base", tutti gli "antisistema" come me, sono con lui, e devo trarne le conseguenze. Tenere in piedi movimenti, gruppi, tendenze  ancora "autonomi" non ha più alcun senso: l'autonomia in cui credevo non serve, è di fatto una formalità, basta Grillo, che giganteggia sul campo; se già oggi aderenti di ogni sigla si sentono parte di "ciò che si sta muovendo", in massa usciranno dal recinto domani verso "la nuova comunità". Non bisognerà più fare doppioni che "disperdano le forze", ma al massimo gruppi di supporto tecnico e propositivo: come le assemblee sovrane (da cui in Puglia si tirano fuori quei pochi che vi si sono iscritti) che rischiano pure la reputazione di "brutta copia" dell'originale famoso.
Anche l'espressione "vigiliamo e vediamo" è un paradosso: non serve vigilare, poiché si è già certi che Grillo sarà un bene e i grillini ci salveranno; e chi è che vigilerà, se quasi tutti saranno presto con lui, e qualsiasi entità diversa azzererà le distanze rispetto all'oggetto da tenere "in osservazione"?

Ha ancora senso continuare per un partito o movimento politico autonomo, che non deve regalare avanguardie, ma reclutarle? Come ci riuscirebbero in qualsiasi territorio due persone, sole (tutti gli altri se ne sono andati), che si sentiranno dire "no grazie" da un mare di gente a vocazione grillina? Ci rimarrebbero gli scarti peggiori. Beh, li ho già sopportati abbastanza: nostalgici partitici vecchio-rimbambiti, pseudofilosofi incontinenti, tardone snob sinistresi, fascistoni eclettici, figli di papà fricchettoni operaisti, complottisti di rettiliani, gente in cerca di figa fuori tempo massimo: un accozzaglia di monomaniaci fissati, viziati, paranoici, dementi incurabili che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo; perchè l'altolà implicito era "non essere prevenuto, non contraddirli, frenati, teniamoli buoni". E intanto, paralizzavano, rovinavano tutto e se ne andavano. 

Grillo per ora è la speranza che cancellerà ogni inutile fatica. Non c'è da temere. Rimango giusto con 3 superflue, inutili perplessità.

1) potrebbe essere…che il referendum sull'euro sia un boomerang, al di là di divieti costituzionali ecc.; i media partirebbero subito con una campagna pro-UE mirata a spaventare i cittadini, ora euroscettici, sulle conseguenze dell'abbandono della moneta unica; che l'esito sia quindi a favore della permanenza in cambio di "contentini" all'Italia (come con il referendum irlandese  nel 2009); allora, meglio ricorrere all'art 50 del TUE (recesso) se quel che si vuole è una base giuridica (oltre che una spinta politica e strategica) per l'uscita non solo dall'euro (che non basta), ma dall'UE.

2) potrebbe essere…che il movimento si consolidi come forza esclusivamente parlamentare non cotinuando sulla strada del radicamento territoriale; ancor più nell'ipotesi di governissimo. Da un lato, un esecutivo PD-PDL, o PD-PDL-Monti, asservito ai soliti, nato per via del veto di Grillo; dall'altro la forza di opposizione che non si allea e vota coerentemente contro tutte le proposte governative. Il governo che resta in maggioranza e intanto vota-approva l'ulteriore svendita, neoliberalizzazione e colonizzazione dell'Italia; la minoranza 5 stelle respinge tutto, sapendo appunto di stare sotto nei voti. A ognuno il suo ruolo, nel gioco delle parti, ma proseguiremmo verso il baratro come prima. Nonostante il consolidarsi della reputazione del 5 stelle come sola forza giusta, avanzata, senza compromessi che ha fatto il suo dovere.
Lo stesso in un ipotesi di voto anticipato imposto a breve dall'alto per "far fuori" i grillini: se ottengono più parlamentari, tanto meglio, è un'avanzata; se si riducono, è perché gli elettori e gli "antisistema" non li hanno appoggiati abbastanza. E Grillo sarebbe visto sempre come unico elemento positivo sulla scena, o da neovincitore, o da perdente silurato dal sistema quando stava quasi per riuscire a scompigliarlo. Puntare tutto solo sulla presenza del 5 stelle nel palazzo, e dunque anche nei media, non di più. E qui entra in gioco…

3) … la mitica "base". Indagare come si evolverà il rapporto fra Grillo, i parlamentari eletti, la base iscritta ed elettorale e ….i sostenitori mediatici che già stanno arrivando. Stupidamente, penso da tempo che i partiti politici non diventino pessimi e asserviti a caso. Ma per via di un patto tra i loro vertici, che vogliono una certa linea, e una parte del corpo militante, con una certa provenienza culturale e sociale, a cui appellarsi per legittimare la svolta. E chi benedice tutto?  Gli apparati intellettuali e gli sciamani mediatici. E due in questo caso ce li abbiamo già. Dario Fo (bombardatore spirituale della Libia) e il minus habens politico Celentano (per cui l'uscita dall'euro è una catastrofe e il cui mite consiglio per Grillo è di fare l'accordo col PD).
E proprio per quel che riguarda la base, stupidamente, ho paura di un film già visto. C'è una discussione concitata nel 5 stelle sul da farsi, messa in pubblica piazza in diretta su internet nella quale fanno già capolino i possibilisti verso il PD "contro Berlusconi". E nel luogo dove vivo, ex seguaci e portaborse vendoliani, trombati per tutte le stagioni, benestanti pazzoidi del "ceto medio semi-colto", che hanno tanto applaudito e votato Grillo (e non da poco tempo) si dirigono numerosissimi verso l'organizzazione,  mirando alla sua base e ai suoi ranghi come già ha fatto con vecchi partiti; dal mutamento di composizione interna, anche quello della linea.

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